Djokovic, paradosso dopo Wimbledon: lo scenario che preoccupa il serbo

E’ paradossale la situazione di Novak Djokovic dopo il suo settimo trionfo a Wimbledon. Lo scenario incerto per il resto della stagione

Wimbledon resta un torneo speciale per Novak Djokovic che, battendo in finale Nick Kyrgios, ha festeggiato il quarto titolo consecutivo e il settimo complessivo nello Slam più prestigioso del mondo. Il serbo è il secondo campione con più titoli all’attivo nella storia del torneo dietro solo a Roger Federer che ai Championships ha trionfato otto volte.

Djokovic, paradosso dopo Wimbledon: lo scenario che preoccupa il serbo
Djokovic, paradosso dopo Wimbledon: lo scenario che preoccupa il serbo (ANSA)

Come ha ricordato nella cerimonia di premiazione, è proprio guardando Pete Sampras vincere a Wimbledon che è nato il suo desiderio di giocare a tennis. Ha chiesto ai genitori di comprargli la prima racchetta, poi spesso ritagliava dai giornali foto del trofeo di Wimbledon, incollandole su una sagoma di cartone e immaginando il giorno in cui avrebbe sollevato per la prima volta il vero trofeo dei Championships.

Djokovic è oggi secondo per numero di Slam vinti in carriera a quota 21. Ha superato Roger Federer, che ne ha conquistati 20, e insegue Nadal arrivato a 22 con il successo all’Australian Open e al Roland Garros di quest’anno.

Ma nonostante il traguardo storico, Djokovic è scivolato indietro alla posizione numero 7 nel ranking ATP, la più bassa per lui da agosto 2018. Wimbledon non ha infatti assegnato punti validi per la classifica, una “punizione” per l’esclusione dei russi e bielorussi decisa come reazione all’invasione dell’Ucraina. E allo stesso tempo i giocatori non hanno potuto mantenere nel proprio bottino di punti quelli conquistati a Wimbledon l’anno scorso. Djokovic ha così perso 2000 punti, e questo spiega l’arretramento in classifica.

Djokovic, calo in classifica e futuro incerto

Djokovic, calo in classifica e futuro incerto
Djokovic, calo in classifica e futuro incerto (ANSA)

I problemi in questa complicata stagione per Djokovic non sono finiti. Nole infatti potrebbe dover saltare il Masters 1000 di Cincinnati e lo US Open, l’ultimo Slam della stagione, tra agosto e settembre. La questione è sempre la stessa per cui è stato espulso dall’Australia a inizio anno e costretto a una programmazione ridotta all’osso nei primi mesi del 2022: la mancata vaccinazione contro il COVID-19.

Gli Stati Uniti, infatti, hanno mantenuto in vigore la norma per cui i viaggiatori dall’estero possono entrare nel territorio nazionale solo dimostrando di aver completato il ciclo vaccinale. E le poche e circostanziate eccezioni previste non riguardano profili come quello di uno sportivo di vertice.

Mi aspetto qualche buona notizia dagli Stati Uniti, mi piacerebbe tanto poter giocare lì – ha detto in conferenza stampa dopo la vittoria a Wimbledon -. Non sono vaccinato e non ho intenzione di farlo, quindi la mia unica possibilità dipende dalla loro eventuale decisione di eliminare l’obbligo vaccinale per entrare nel Paese”.

Il trionfo a Wimbledon comunque avvicina le possibilità di Djokovic di qualificarsi per le Nitto Nitto ATP Finals di Torino, il torneo con gli otto migliori giocatori della stagione in programma al Pala Alpitour dal 13 al 20 novembre.

La qualificazione si basa su una classifica che considera i soli piazzamenti nell’anno solare 2022, la Race, in cui Djokovic è decimo. Il regolamento prevede la presenza al torneo dei primi otto di questa classifica. Ma un giocatore che ha vinto uno Slam in stagione dovesse chiudere l’anno dal nono al ventesimo posto della Race, entrerebbe lui al posto dell’ottavo in classifica.

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