Tutti pazzi per Jannik Sinner, ma c’è anche chi invita a mantenere la calma: parole sorprendenti da parte dell’ex campione.
Il numero uno dello sport italiano in questo momento è Jannik Sinner. Su questo ci sono pochi dubbi. In un mondo super competitivo come quello del tennis, in cui solo per qualche anno abbiamo brillato nella nostra storia, l’altoatesino sta incidendo il suo nome su diversi primati.
Tutti, o quasi, oggi parlano di Sinner. E in molti lo paragonano a quei pochi grandi campioni del nostro passato, giocatori formidabili che Jannik sta superando di anno in anno, da Corrado Barazzutti ad Adriano Panatta.
Ma il troppo stroppia (o storpia, a seconda delle latitudini), come suggerisce la saggezza popolare. E in effetti negli ultimi tempi si è fatto un abuso di paragoni tra Sinner e i nostri eroi del passato che potrebbe non far bene a lui, e che, di sicuro, non aiuta a preservare il ricordo delle gesta di chi ha comunque scritto, a proprio tempo, un pezzo di storia dello sport italiano.
Non sorprende quindi che, all’ennesima telefonata ricevuta dopo un successo di Sinner, uno dei più grandi tennisti italiani di tutti i tempi, con un’ironia che non è una novità per lui, abbia voluto lanciare un appello a tutti gli appassionati: tifiamo Sinner, sosteniamolo, ma basta con i paragoni.
Troppi paragoni con Sinner: Panatta lancia un appello
Stavolta a innescare la ‘miccia’ dell’esplosivo Panatta è stata una domanda ricevuta all’indomani del trionfo di Sinner a Vienna dal programma Touché di Rai Radio 2. L’ennesimo successo del 22enne altoatesino ha infatti portato i media a rinverdire i paragoni già più volte realizzati in passato.
Ma mettere a confronto due giocatori di epoche così distanti e di per sé già inutile, se non sbagliato. I numeri di Sinner stanno sicuramente superando quelli dei tennisti degli anni Settanta, ma si tratta di un dato statistico non così importante, in fin dei conti.
Sarà per questo che all’ennesimo confronto, Panatta ha voluto ribadire una volta per tutte che questi paragoni non servono a molto: “Spero che domani mi super, almeno con questa storia la facciamo finita. Se mi supera sono il primo a essere contento“.
Con grande lucidità, Adriano ha voluto infatti sottolineare che non c’è alcuna gara tra lui e Jannik. E non potrebbe in alcun modo esserci, visto che uno ha 22 anni ed è in rapida ascesa, nel pieno della sua carriera, mentre l’altro ha smesso da decenni, rimanendo nel ricordo di tutti come uno dei migliori tennisti della sua epoca. Un discorso che non fa una piega.
