Fognini lo vuole davvero, è il suo desiderio più grande

In un’intervista al Corriere dello Sport, Fabio Fognini ha affrontato diverse tematiche e ha svelato il suo obiettivo prima del ritiro.

Non il miglior Australian Open della carriera per Fabio Fognini, sconfitto al primo turno dall’australiano Thanasi Kokkinakis. È stato un match difficile per il sanremese sia per le tante sospensioni causa meteo che per il problema al piede che gli ha impedito di giocare al meglio.

Fabio Fognini
Fabio Fognini – Tennispress.it

L’azzurro si è visto pure ricevere qualche critica sui social con gli utenti che lo accusavano di scarso impegno. Tuttavia, la situazione era ben diversa, tant’è che gli esami strumentali a cui si è sottoposto nei giorni seguenti hanno evidenziato una frattura alla falange che lo ha costretto a fermarsi.

La prossima settimana, peraltro, avrebbe dovuto disputare l’Atp di Cordoba, ma, in virtù di questo stesso infortunio, è stato costretto a rinunciarvi. Perciò, se riuscirà a recuperare, il suo prossimo impegno sarà a Buenos Aires, in programma dal 13 al 19 febbraio.

Di certo non è un momento facile per Fognini, arrivato alla soglia dei 36 anni con un fisico che ormai non lo supporta più come una volta. Dopo la sconfitta a Melbourne, aveva detto di essere consapevole che questo sarebbe stato uno dei suoi ultimi Australian Open, ma per il momento il ritiro può attendere. Di questo e altri temi ne ha parlato il diretto interessato in un’intervista al Corriere dello Sport.

Fabio Fognini svela qual è il suo rimpianto

Fabio Fognini
Fabio Fognini – Tennispress.it

La risonanza ha evidenziato una frattura intra-articolare della falange – le sue parole –. Fino alla scorsa settimana ero con il tutore e ho dovuto osservare sette giorni di riposo totale“. Poi ha svelato il suo programma: “Adesso l’idea è quella di rientrare a Buenos Aires, un torneo al quale tengo molto. In Argentina mi sono sempre sentito amato, ma non voglio rischiare: giocherà soltanto se i medici mi daranno il via libera“.

Dunque, non è ancora sicura la sua presenza nella capitale argentina, dove appena l’anno scorso era arrivato in semifinale di doppio, eccezionalmente in coppia con Zeballos. La settimana dopo tornò a giocare con Bolelli e centrò subito un’altra finale, stavolta vinta, a Rio de Janeiro. Un successo, questo, che spalancò le porte di una grande stagione ai “chicchi”, arrivati ad un passo dalle Atp Finals.

Il 2023, però, non è iniziato bene per loro, con le premature sconfitte sia in Nuova Zelanda ad Auckland che a Melbourne nel primo Slam dell’anno. Questo anche per via di una condizione fisica che lo sta tormentando in questo avvio di stagione. Ed è su questo stesso aspetto che Fognini ha il più grande rimpianto della sua carriera. “Non sono riuscito a sfruttare appieno il mio potenziale fisico – spiega –, me ne sono reso conto un po’ troppo tardi, soprattutto adesso che gioco con ragazzi che hanno quasi la metà dei miei anni“.

Col senno di poi penso di non aver gestito al meglio i tanti infortuni che ho avuto – aggiunge –. Qualcuno al mio posto avrebbe detto la “capoccia”, ma io ho una visione opposta a riguardo. Magari se non fossi stato così non avrei raggiunto questi risultati“. Perciò, in definitiva: “Ognuno di noi è diverso con i suoi pregi e difetti. Non puoi chiedere a Fognini di essere Seppi e viceversa. Come si dice? Con i se e con i ma non si fa la storia“.

Il desiderio di Fabio

Fabio Fognini
Fabio Fognini – Tennispress.it

Infine, Fognini ha svelato altresì qual è il suo “ultimo” desiderio prima di dover appendere definitivamente la racchetta al chiodo. “Prima di salutare, vorrei vincere un altro torneo per arrivare in doppia cifra (arriverebbe a 10, ndr). Non mi interessa tanto la città né il tipo di torneo, se un 250 o un 500, ma dimostrare a me stesso di essere ancora un giocatore competitivo” ha detto.

Competitività, la sua, che vorrebbe dimostrare anche in Nazionale, per il quale si è sempre reso disponibile dimostrando grande attaccamento alla maglia azzurra. “Poi c’è la Coppa Davis, anche se parliamo di una competizione a squadre. Il mio contributo penso di averlo sempre dato” ha concluso.

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