Nadal, il verdetto è inequivocabile: per l’ex campione deve farlo

L’esperienza di Rafa Nadal alle Atp Finals di quest’anno non è stata positiva. Per l’ex campione c’è un motivo ben preciso.

Il 2022 si è rivelato un altro anno positivo per Rafa Nadal, che ha aumentato il numero di Slam vinti trionfando all’Australian Open e al Roland Garros. Non sono state affatto vittorie scontate poiché, come visto anche nella seconda parte di stagione, lo spagnolo ha dovuto fare i conti con un fisico che non lo supporta più come una volta.

Rafael Nadal
Rafael Nadal – Tennispress.it

A 36 anni è difficile non subire infortuni e il recupero diventa più lento. Una “legge” dello sport con cui numerosi atleti, di qualsiasi disciplina, devono necessariamente convivere ad una certa età.

Nel caso specifico del maiorchino, quest’anno ha dovuto superare due grossi ostacoli: prima il ritorno del dolore al piede per via della patologia cronica di cui soffre da anni all’Open di Francia – limitato soltanto grazie al massiccio utilizzo di infiltrazioni – e poi lo strappo ai muscoli addominali subito a Wimbledon che lo ha costretto a saltare parte della stagione nordamericana e a giocare uno US Open in una condizione non ottimale.

Insomma, la seconda parte di 2022 è stata parecchio complicata per Rafa e a fine stagione si sono visti tutti i problemi che comporta l’aver affrontato una stagione come questa. C’è poi da considerare altresì una Next Gen che si è dimostrata più “affamata” che mai, come testimoniato dai recenti risultati di Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e Holger Rune che, sulla scia dei Big Three, stanno portando il tennis ad un nuovo livello mutando anche il gioco.

Nadal, l’ex campione sa cosa serve

Rafael Nadal
Rafael Nadal – Tennispress.it

Il gioco è andato avanti e ha subito alcune modifiche sostanziali rispetto al passato“. È questa l’opinione di Ivan Lendl che, in un’intervista al podcast di Craig Shapiro, ha analizzato i cambiamenti recenti del tennis prendendo come esempio Nadal e le sue Atp Finals.

Devi essere più aggressivo se vuoi avere successo in quest’epoca, non puoi limitarti a correre – dice l’ex campione ceco –. Guardate cosa è successo a Nadal alle Finals di Torino: ha giocato in modo troppo passivo ed è stato asfaltato“.

Nadal ha chiuso la sua esperienza a Torino con due sconfitte nette – con Fritz e Auger-Aliassime – e una sola vittoria, tirata, con Ruud. Di certo non il miglior torneo della carriera del campione di Manacor che, ad oggi, non ha ancora mai vinto un titolo delle Atp Finals.

Lendl e il lavoro con Murray

È quindi anche per questi motivi che Lendl sta cercando di apportare modifiche al gioco di Andy Murray, con cui è tornato a lavorare a marzo scorso. “Andy sta cercando di essere più aggressivo, non soltanto a causa dell’infortunio e dell’età – afferma –. Non puoi lasciare che ragazzi così giovani prendano in mano il gioco e ti spingano lontano dal campo“. E il motivo è presto detto: “Se un veterano come Murray è costretto a giocare troppe partite di cinque set, correrà moltissimo e sarà esausto ad un certo punto“. Dunque, essere aggressivi per chiudere il prima possibile il match. Altrimenti, la fatica e il gioco dell’avversario prenderanno il sopravvento. Lendl ne è convinto.

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