Sinner ha deciso: la scelta è davvero importante

Jannik Sinner è già proiettato alla prossima stagione ed intanto la decisione è stata già presa: la scelta è importante

La stagione di Jannik Sinner è già finita. Il tennista italiano, condizionato da problemi fisici, ha annunciato il forfait alla coppa Davis, dando di fatto appuntamento al prossimo anno.

Jannik Sinner
Jannik Sinner © LaPresse

Una stagione che si spera sia migliore di quest’ultima ormai chiusa, durante la quale il 21enne ha dovuto fare i conti con numerosi problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento e fatto perdere appuntamenti importanti. Ma non tutto il 2022 di Sinner è da buttare: i di quarti di finale raggiunti in Australia e Stati Uniti dimostrano che qualcosa di buono il tennista lo ha fatto ed altro potrebbe farne in futuro.

Proprio al futuro si proietta una scelta che l’altoatesino ha già fatto e che potrebbe aiutarlo a fare un ulteriore salto di qualità. E’ lo stesso tennista a spiegarlo in alcune dichiarazioni riportate di recente dalla ‘Gazzetta dello Sport’. Sinner ha seguito l’esempio di altri tennisti e altri sportivi e ha preso questa decisione.

Jannik Sinner si affida ad un mental coach

Sinner
Sinner © Ansa

Jannik Sinner, in attesa del 2023, ha chiaro in mente cosa deve migliorare per progredire ulteriormente. Sicuramente c’è una crescita tecnica e fisica da compiere, ma anche mentalmente si può migliorare: “Continuerò a lavorare sulla forza mentale – spiega – è una qualità che ho ma che sono consapevole di poter affinare ancora”.

Proprio per fare questo, Sinner ha deciso di affidarsi ad un mental coach: “La sconfitta a Wimbledon contro Djokovic mi ha insegnato che ho reagito tardi ai suoi cambiamenti di gioco. Devo capire bene i momenti della partita ed è per questo che mi appoggio ad un mental coach“. Una scelta condivisa da molti tennisti che cercano un sostegno per saper gestire le emozioni che si provano durante il match.

Aspetto fondamentale se si tiene ben presente che il tennis è uno sport individuale e che – a differenza di quelli di squadra – non si può contare sull’appoggio di eventuali compagni. Solo contro l’avversario, imparando a gestire le emozioni e a interpretare le varie sfumature de match. Anche grazie all’aiuto di un mental coach.

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