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Nadal e la patologia che lo tormenta: i rimedi sono pochi, di cosa si tratta

Da ormai parecchi anni, Rafael Nadal soffre di una patologia rara che ha colpito il suo piede. Di cosa si tratta.

Con la vittoria del 14° Roland Garros della sua straordinaria carriera, Rafael Nadal ha riscritto ancora una volta la storia del tennis. A Parigi, il campione di Manacor ha superato tutti, anche Novak Djokovic, dimostrandosi il più forte. Più forte anche del dolore al piede che ormai lo tiene sotto scacco da parecchi anni e che lo ha costretto a giocare per l’intera durata dello Slam parigino sotto infiltrazioni.

Rafael Nadal (Ansa Foto)

Una volta terminato il torneo, però, Nadal ha deciso di sottoporsi ad un trattamento di radiofrequenza che, bruciando parzialmente il nervo interessato, gli potrebbe permettere di scendere in campo senza dover ricorrere ad anestetici. L’alternativa sarebbe l’intervento chirurgico, ma in quel caso porrebbe fine alla sua carriera, senza tra l’altro la certezza di risolvere definitivamente il problema.

Infatti, ciò di cui soffre il maiorchino è una patologia di carattere degenerativo, comunemente definita sindrome di Muller-Weiss. La letteratura in tal senso è scarsa, con pochi casi riscontrati fino ad oggi, e, perciò, non si conosce ancora abbastanza sufficientemente da porvi rimedio in maniera definitiva.

Nadal soffre della sindrome di Muller-Weiss, di cosa si tratta

Nadal (Ansa Foto)

Nello specifico, la malattia è una displasia dello scafoide tarsale, che consiste in una deformità delle ossa situate nella parte centrale del piede. Con gli anni, questa alterazione della struttura ossea porta ad un processo artrosico delle articolazioni che ruotano intorno allo stesso scafoide. Più difficile, invece, trovarne le cause che portano a soffrire di tale disturbo.

Nel caso di Nadal, si è provato a dare diverse spiegazioni, ma nessuna di esse è al momento certa, come ha spiegato, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il dottor Umberto Alfieri Montrasio, responsabile dell’Unità specialistica piede e caviglia dell’IRCSS Istituto Galeazzi di Milano. Secondo lo specialista, sarebbero tre le ipotesi principali: “una osteonecrosi primitiva, la cui origine è ignota, forse legata ad una cattiva circolazione sanguigna nello scafoide, che non viene più vascolarizzato“, “una osteonecrosi post traumatica, magari dopo microtraumi ripetuti” oppure “un rallentamento del processo di ossificazione dello scafoide“.

Infatti, lo sviluppo delle ossa di tutte le persone parte da uno stato cartilagineo che, crescendo, si ossificano. E quindi, ha spiegato il dottor Montrasio, con la sindrome di Muller-Weiss “si ha un importante rallentamento del processo di maturazione dello scafoide che, nel lungo periodo, sottoposto a vari stress, perde elasticità e si frammenta, collassa, si disloca“.

Dunque, queste sono le condizioni del piede di Nadal, che da tempo starebbe giocando con scarpe apposite per limitare il dolore. Poi ci sono varie terapie con cui si può intervenire per permettere di proseguire l’attività fisica, come, per l’appunto, le infiltrazioni. Ma Rafa vorrebbe evitare un’altra situazione simile come quella vissuta a Parigi. Da qui, la decisione di sottoporsi al trattamento di radiofrequenza.

Proprio in questi giorni, il maiorchino è tornato ad allenarsi per verificare le sue condizioni. Se gli accertamenti daranno responso positivo, potrebbe decidere di presentarsi a Wimbledon.

Francesco De Vincenzo

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