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ATP

Musetti, conosci i suoi tatuaggi? Uniscono le sue due grandi passioni

Musetti ha due tatuaggi davvero particolari, che sono anche un omaggio alle due grandi passioni della sua vita.

Lorenzo Musetti è uno dei cinque ragazzi scelti da Filippo Volandri per il girone di Coppa Davis che l’Italia disputerà a Bologna, contro Svezia, Argentina e Croazia. Un convocazione arrivata anche come premio per l’ascesa di questo 2022, che l’ha visto vincere il suo primo titolo, ad Amburgo, e fare l’ingresso in Top-30.

Musetti, conosci i suoi tatuaggi? Uniscono le sue due grandi passioni (Ansa)

Sulla sua crescita tennistica, il carrarino ha investito davvero molto, mettendo la propria carriera quasi davanti a tutto. Il tennis non è però l’unica passione della sua vita, perché una certa importanza ce l’ha anche la musica: due “amori” che Musetti porta nel cuore, ma non solo. I suoi due tatuaggi hanno infatti dei dettagli che parlano chiaro.

Musetti, non solo tennis: l’ultimo tatuaggio è una promessa mantenuta

Musetti, non solo tennis: l’ultimo tatuaggio è una promessa mantenuta (Ansa)

Il primo tatuaggio, oramai, lo conoscono davvero tutti. D’altronde lo si nota ogni volta che si vede Musetti scendere in campo. Poco sopra il gomito sinistro, infatti, nel 2021 l’azzurro si è fatto tatuare un battito cardiaco con un particolare: al centro del grafico, c’è una racchetta, a rappresentare quanto il tennis faccia parte di lui, della sua quotidianità.

Anche disegno più recente sulla sua pelle ha a che fare col tennis, ma indirettamente. Dopo la vittoria nell’ATP 500 di Amburgo, in finale su Carlos Alcaraz, d’altronde, il suo coach Simone Tartarini aveva detto che i due si sarebbero fatti lo stesso tatuaggio. E la promessa è stata pienamente mantenuta.

Sulla parte destra del petto di Musetti, quindi, si può leggere la frase scelta da entrambi: una frase di una canzone, ovviamente, ed nello specifico di Luciano Ligabue. Il meglio deve ancora venire, si legge. Una frase che è un omaggio al cantautore che entrambi apprezzano, ed anche al primo storico trofeo. Ma anche, forse, un augurio per il futuro, sperando che la gioia vissuta in Germania sia la prima di una lunga serie.

Samuele Diodato

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